Trattamenti per vertigini e acufeni

Vertigini
La vertigine è un’illusione di movimento del corpo, vertigine soggettiva, o dello spazio circostante, vertigine oggettiva, stimolata dalla discrepanza tra i segnali in entrata, visivi, vestibolari e propriocettivi, e gli schemi di movimento che ognuno di noi ha memorizzato nel corso della propria vita. Questa, infatti, si scatena quando vi sono differenze tra ciò che è previsto e quello che realmente accade.
Classificazione delle vertigini
Queste condizioni possono avere origine centrale o periferica. Per vertigini di origine centrale si intende l’insieme di lesioni ed alterazioni patologiche delle strutture vestibolari centrali e dei loro centri di controllo, che si manifestano con turbe dell’equilibrio. L’origine di tali alterazione è varia, così come è varia anche la manifestazione clinica del disturbo, condizionata dalla sede anatomica in cui si è verificata. Spesso questo tipo di vertigine è accompagnata da segni e sintomi neurologici o sintomi di interessamento cerebellare. La manifestazione tipica è: vertigine soggettiva, disequilibrium, instabilità statica e dinamica, con andamento subcontinuo e scarsi disturbi neurovegetativi, ma può cambiare di caso in caso.
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Quelle di origine periferica sono manifestazione di una sofferenza del labirinto vestibolare e del nervo periferico, possono essere monolaterali o bilaterali e manifestarsi in forma acuta, ossia con una violenta vertigine oggettiva improvvisa, associata a fenomeni neurovegetativi, della durata di almeno 24 ore, o in forma progressiva con uno stato di instabilità e vertigine soggettiva, senza evidenti fenomeni neurovegetativi.
La vertigine parossistica posizionale (VPP) è la sindrome vertiginosa periferica in assoluto più frequente ed è caratterizzata da vertigini a crisi, intense e brevi, parossistiche, della durata di secondi e scatenate da alcuni movimenti particolari del capo.
La distinzione fra centrali e periferiche è facilitata da un esame del sistema oculo-motorio. Le alterazioni qualitative e quantitative dei riflessi oculo-motori sono segni di centralità.
Terapia medica e chirurgica
I pazienti affetti da uno stato vertiginoso cronico possono essere indirizzati dal medico specialista otorinolaringoiatra, verso altri specialisti del campo, quali fisioterapisti e tecnici della riabilitazione vestibolare.
La terapia medica, a secondo del caso e solo su prescrizione del medico specialista, può prevedere l’utilizzo di farmaci.
La chirurgia trova indicazione solo in rari casi.
Riabilitazione vestibolare
I cicli di riabilitazione possono coincidere o alternarsi a seconda delle necessità del paziente; vedranno fasi in cui i sintomi sono presenti e fasi di assenza sintomatologica, in cui il cervello riesce a migliorare l’interazione e la gestione dei segnali provenienti dal sistema visivo, vestibolare e propriocettivo. La riabilitazione vestibolare utilizza strategie adattative per indurre un compenso quando non vi sia stato spontaneamente, tramite tecniche strumentali e protocolli gestiti a domicilio dal paziente.
La fisioterapia, tramite sedute di terapia manuale ed esercizi personalizzati, si occupa di ridurre la rigidità ed accompagnare il paziente nel recupero dell’equilibrio e della stabilità, garantendo un graduale ritorno alla vita di tutti i giorni, in totale sicurezza.
Acufeni
L’acufene è una sensazione sonora che il soggetto percepisce in un orecchio, in entrambe le orecchie o al centro della testa, senza una fonte esterna che lo abbia generato. Può essere classificato come oggettivo o soggettivo.
L’ acufene oggettivo è un'energia vibratoria meccanica capace di produrre un suono percepibile anche da un soggetto esterno; le principali cause sono le patologie vascolari.
L’acufene soggettivo, invece, è una percezione uditiva in assenza di stimolazione sonora, riferita solo dal paziente. La sede di origine o amplificazione degli acufeni può essere varia: l’orecchio medio, le cellule ciliate della coclea, le sinapsi tra le cellule ciliate e le fibre nervose, le stazioni delle vie uditive primarie ed infine le fibre e i centri nervosi delle vie uditive associative. Questo può essere anche di tipo centrale, ossia con origine nel sistema nervoso, e può essere primario o secondario.
Cause ed epidemiologia degli acufeni
Gli acufeni possono insorgere conseguentemente ad un trauma, diretto o acustico, in concomitanza a malattie autoimmuni, infiammatorie, cerebrovascolari o del sistema nervoso, ma anche in soggetti con ipoacusia improvvisa, fistola perilinfatica o insufficienza renale.
Anche una disfunzione dell’articolazione temporo mandibolare può portare alla manifestazione di questo sintomo, tipicamente riferito come una sensazione di ovattamento all'interno dell'orecchio.
Anche una scorretta posizione del capo o rigidità del tratto cervico-brachiale possono portare alla manifestazione o all’accentuazione degli acufeni.
Altri fattori di rischio certi sono l’età avanzata, l’esposizione diretta e prolungata a forti rumori, l’assunzione di alcuni farmaci, otosclerosi, ipo- e iper-tiroidismo o neurinoma del nervo acustico. Alcuni soggetti allergici, perlopiù allergie alimentari, possono manifestare acufeni mono o bilaterali, così come alcune donne durante il ciclo mestruale o la menopausa. Da verificare, invece, sono le correlazioni tra questi rumori e fattori come l’obesità, la depressione, la familiarità a tale sintomo e l’assunzione di alcol e fumo.​
Diagnosi ed approccio terapeutico
È importante rivolgersi a un otorinolaringoiatra specializzato, capace di ricavare una diagnosi precisa tramite esami funzionali uditivi ed anamnesi accurata, ponendo particolare attenzione all’impatto emotivo che il disturbo ha sulla vita del paziente; talvolta è necessario integrare con esami strumentali quali RM con mezzo di contrasto, tomografia computerizzata (TC) o TC arteriografica. Dopodichè si passa ad un counseling cognitivo comportamentale.
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Il primo approccio terapeutico si basa su terapie farmacologiche mirate alla riduzione dello stimolo sonoro proveniente dall’orecchio interno e alla riduzione dell’iper-reattività cerebrale agli stimoli uditivi. A seconda del caso, non esistendo una terapia unica per tutti i pazienti, potranno essere proposti percorsi con dispositivi sonori o paralleli con altre figure specialistiche. Tra questi la riabilitazione audioprotesica, l’arricchimento sonoro ambientale, percorsi di sostegno e gestione dello stress o la fisioterapia funzionale propriocettiva.
Fisioterapia funzionale propriocettiva
La fisioterapia funzionale propriocettiva è una valida terapia di supporto alla terapia medica prescritta dall’otorinolaringoiatra.
Tramite sedute di terapia manuale e una serie di esercizi personalizzati, punta ad un recupero del corretto equilibrio fasciale, muscolare e articolare del tratto cranio-cervico-brachiale e ad un ritorno alla vita precedente alla manifestazione del sintomo.
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A seconda del caso, infatti, il fisioterapista specializzato può lavorare sulle strutture orofacciali, sull’articolazione temporo-mandibolare e sul tratto cervico-brachiale, aiutando il paziente a correggere le disfunzioni che hanno portato o hanno contribuito alla manifestazione degli acufeni. Il suo compito però non si ferma alla semplice correzione, ma risulta necessaria una rieducazione del paziente al fine di evitare una ricomparsa del sintomo, ponendo particolare attenzione al ritorno all’attività lavorativa, ricreativa e sportiva che il soggetto aveva prima dell’avvento degli acufeni, restituendogli così autonomia e benessere.